giovedì 2 febbraio 2012

polarità magnetiche


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Quando le forze planetarie esercitano il loro influsso sul nostro corpo, al momento della nascita, ci comunicano una certa intensità vibratoria e una certa polarità  magnetica. Noi riceviamo per così dire un battesimo planetario alla nostra prima inspirazione. Queste condizioni primitive si modificano un poco nel corso del nostro pellegrinaggio sulla Terra, sebbene conservino, nel loro complesso, l'impulso primitivo ricevuto. Pertanto, il tema natale rivela bene il potere vitale che conserviamo e che determina la simpatia e l'antipatia istintive. Quello che il nostro oroscopo decreta ha più forza delle preferenze o avversioni che manifestiamo in piena consapevolezza. Può capitare di incontrare una persona che impariamo ad amare, sebbene si abbia l'intuizione - che non sappiamo spiegarci - che essa avrà  su di noi un'influenza nociva. Tuttavia, se paragoniamo i nostri due temi natali, il suo e il nostro, comprendiamo le ragioni che ci hanno lasciato perplessi sul frequentarla e faremo bene a tener conto di questo avvertimento. Come è vero che i pianeti girano nella loro orbita attorno al Sole, finiremo per rimpiangere di non aver tenuto conto delle "parole scritte sul muro". (Daniele 5:5) Vi sono tuttavia molti casi in cui non avvertiamo l'antipatia che esiste fra una certa persona e noi, che, però, il tema natale rivela, e saremmo indotti a fidarci solo dei nostri sentimenti personali, piuttosto che del tracciato delle nostre stelle.
Questo atteggiamento ci porterà  delle noie, in quanto a suo tempo le polarità  planetarie eserciteranno la loro influenza avversa, salvo che, tanto il nostro amico quanto noi, si sia abbastanza evoluti da riuscire a governare, almeno in parte, le nostre stelle. Rarissimi sono, tuttavia, coloro che ne sono capaci, al grado attuale della nostra evoluzione. Pertanto, sarà  bene mettere a profitto la nostra scienza astrologica e confrontare il nostro tema natale con quello delle persone con le quali entriamo in stretto contatto. Questa sola precauzione può risparmiare, sia a noi che agli altri, molti fastidi e dispiaceri.
Noi consigliamo calorosamente questo sistema ai medici, ai guaritori, ai loro malati o nella prospettiva di un'unione matrimoniale. 
Quando una persona è malata, la sua forza fisica è ridotta al minimo e, per questa ragione, è incapace di resistere alle influenze esterne. Le vibrazioni del guaritore hanno, quindi, un effetto praticamente illimitato su di essa. Anche se il medico è animato dalle più lodevoli ed altruistiche intenzioni, anche se è disposto a sacrificare la propria vita per guarire l'infermo, se le loro stelle sono reciprocamente discordanti alla nascita, il loro tasso vibratorio e il loro magnetismo personale avranno senz'altro conseguenze nocive sul malato. E', perciò, assolutamente necessario che un guaritore abbia delle conoscenze astrologiche e che conosca la legge di compatibilità , sia che guarisca esercitando il potere magnetico o praticando l'imposizione delle mani, sia che appartenga alla classe medica, in quanto infonderà  anch'egli le sue vibrazioni nell'aura dei propri malati, cosa che sarà  di aiuto o di ostacolo, a seconda che la sua polarità  planetaria concordi o no con quella dei pazienti.
Ciò che abbiamo detto riguardo al guaritore si applica, con forza decuplicata, all'infermiera, che è presso il malato quasi costantemente e che ha con lui rapporti molto più stretti.
A determinare il grado di incompatibilità  o di compatibilità  fra medico, infermiere e malato è il segno ascendente di ciascuno di essi, in rapporto a Saturno e alla sesta casa. 
Se le loro carte astrologiche concordano in modo che abbiano tutte un segno di Fuoco o di Aria o di Acqua nel proprio Ascendente, creeranno un'unione armoniosa. Ma se, per esempio, l'ammalato ha un segno d'Acqua all'Ascendente e l'infermiera e il medico vi hanno dei segni di Fuoco, l'effetto sarà  molto sfavorevole. E' necessario assicurarsi che Saturno nell'oroscopo dell'infermiera o del medico non occupi i gradi dello Zodiaco compresi nella sesta casa dell'ammalato.

martedì 17 gennaio 2012

astrologia e guarigione


Quando si desidera intraprendere una guarigione si deve cercare dapprima di scoprire la relazione spirituale fondamentale che esiste fra il guaritore e l'ammalato. Se la legge di compatibilità  indica che c'è armonia, ci sono delle possibilità  di rapida guarigione. Ma se appaiono delle dissonanze, è preferibile affidare l'ammalato a un medico o a un guaritore con il quale vi sia una certa affinità  spirituale. I Fratelli Maggiori usano questo sistema quando suddividono i malati fra i diversi Ausiliari Invisibili. E' il segreto dei successi che abbiamo ottenuto in tutti coloro che si sono rivolti alla nostra Sede Centrale per ottenere un aiuto.

Astrologicamente vi sono quattro elementi: Fuoco, Aria, Terra e Acqua. I pianeti sono altrettanti fuochi, mediante i quali i segni proiettano la loro influenza nel neonato, dando al corpo fisico la sua tonalità  fondamentale, soprattutto se questi pianeti sono situati nell'Ascendente. Il successo del guaritore dipenderà  dalla maggiore o minore armonia dei suoi elementi con quelli degli Ascendenti dei suoi malati, a seconda che questi ultimi appartengano a segni di Fuoco, di Terra, d'Aria o d'Acqua. 

Quando nel tema natale di una persona Saturno occupa un grado qualsiasi dello Zodiaco corrispondente alla prima o sesta casa di un'altra persona, questi individui sono reciprocamente incompatibili e incapaci di aiutarsi l'un l'altro; 

Marte e Urano hanno pure un effetto pernicioso. Tuttavia la loro influenza non è che passeggera e può essere paragonata a quella di un colpo di frusta. Ma Saturno ha un effetto più tenace. Esso agisce alla maniera di una mascella di bull-dog, è una stretta mortale da cui è impossibile liberarsi. 

Il Sole è il grande dispensatore di vita. E' l'opposto di Saturno. Di conseguenza ci è facile vedere che la sua posizione può favorire alcuni individui in certe malattie. Questa influenza è determinata dalla sua posizione nella triplicità. 

Coloro che hanno il Sole in un segno di Fuoco hanno grandi possibilità  di guarire le persone sofferenti di malattie derivanti da questi segni. 

Coloro che hanno il Sole in un segno d'Aria hanno potere contro le malattie abituali per i segni d'Aria, ecc.

Coloro che sono nati sotto un segno Cardinale di una data Triplicità  avranno particolare successo nel trattare malattia acute derivanti da questi tre segni, mentre coloro che hanno il Sole in un segno Fisso sono adatti a guarire le malattie croniche tipiche di questa Triplicità .

Le persone nate mentre il Sole era in un segno Comune sono i guaritori meno validi, tuttavia essi hanno la virtù di calmare i pazienti. Si rivelano perciò eccellenti infermieri, soprattutto per malati appartenenti alla loro Triplicità, affetti da disordini mentali o da malattie fisiche conseguenti a tali disordini. 

Coloro che sono nati quando il Sole era in un segno di Fuoco - Ariete, Leone o Sagittario - sono particolarmente indicati per guarire malattie della testa, del cuore o della colonna vertebrale, della regione femorale e gli stati febbrili.

Coloro che sono nati in aprile, quando il Sole è in Ariete, riescono particolarmente nel trattamento dei casi acuti di dette malattie. 

Coloro che sono nati in agosto, con il Sole in Leone si mostrano eccellenti per i casi cronici ove altri hanno insuccesso. 

Se a questi guaritori può unirsi un'infermiera che abbia il Sole in Sagittario, con tale aiuto riusciranno meglio di chiunque altro nella terapia. La stessa regola si applica a tutte le altre Triplicità .


INFLUENZA DELLA LUNA SULLE GUARIGIONI

La Luna è l'astro celeste che porta ogni cosa a realizzazione. Quali che siano le indicazioni fornite dagli altri pianeti, nulla si realizzerà  senza la sua collaborazione.
All'interno del nostro corpo avviene un movimento di flusso e riflusso, simile a quello delle maree. 

Alcune malattie hanno i loro momenti critici che possono essere determinati con precisione osservando le fasi lunari. E' necessario quindi che si capisca l'influenza che questo astro, fuori del comune, esercita su di noi. 

Vi è una certa forza cosmica che raggiunge il culmine al momento della Luna Nuova e un'altra forza quando la Luna raggiunge la sua pienezza. Tutto ciò che ha il punto di partenza all'epoca della Luna Nuova si intensifica, mentre l'astro cresce per raggiungere la massima espressione alla Luna Piena. Questo periodo è quello della tendenza di vita che proviene dal Sole ed è riflessa tramite l'intermediazione della Luna. Questa forza contribuisce potentemente a rigenerare il nostro corpo e a conservarlo in buona salute. 
Durante il periodo decrescente, che va dalla Luna Piena a quella Nuova, questa potente forza a poco a poco diminuisce fino a spegnersi gradualmente.

Sapendo che la Luna possiede queste due forze opposte a seconda se cresce o decresce, concludiamo che occorre tener conto di queste influenze nel trattamento dei malati. 

I trattamenti a scopo curativo possono essere divisi in due grandi categorie: stimolanti e calmanti. I rimedi, che fanno parte della prima categoria, sono più efficaci e si applicano con maggiore facilità  quando la Luna cresce, mentre quelli appartenenti alla seconda categoria hanno un effetto più incisivo al momento in cui la Luna è calante.
La regola generale è la seguente: nel periodo che va dalla Luna Nuova a quella Piena gli stimolanti producono un effetto completo, mentre i sedativi agiscono solo in misura debole. Durante questo periodo conviene quindi diminuire le dosi degli stimolanti e aumentare quelle dei calmanti. Vi è tuttavia un'eccezione a questa regola: quando la Luna crescente si congiunge a Saturno conviene, al contrario, aumentare le dosi degli stimolanti e diminuire quelle dei calmanti.

Quando la Luna cresce, se si avvicina alla congiunzione con Marte e Mercurio, gli stimolanti producono il massimo effetto, mentre invece i calmanti producono l'effetto minimo. 

Quando la Luna crescente è in buon aspetto con Giove e Venere gli stimolanti cardiaci danno dei risultati più duraturi. Si possono trattare le palpitazioni con maggiore successo quando la Luna decresce ed è in buon aspetto con i due pianeti che abbiamo nominato. Se la Luna è in cattivo aspetto con Giove e Venere, al contrario, bisogna avere la massima prudenza nell'uso degli stimolanti, particolarmente alla sera. Gli anestetici, in questo caso, possono avere un effetto fatale. Se in qualche modo rallentiamo le funzioni del nervo pneumogastrico, questo ha un effetto calmante sul cuore, mentre se esercitiamo su questo nervo una azione stimolante, questa agirà  sul cuore nel medesimo senso.

Dal pacifico matriarcato monoteista all'aggressivo patriarcato politeista pagano



Il parallelismo fra la nostra ontogenesi psicologica con la filogenesi culturale della società occidentale si presenta oltremodo singolare. La conflittualità emblematizzata della matriarca Cibele, non esisteva nel periodo del matriarcato monoteista preistorico. La cronologia dell'avvento della violenza nel regno cultuale e culturale della Grande Dea ci viene presentata in tutta la sua precisa definizione dalla più illustre paleoantropologa del ventesimo secolo, Marija Gimbutas [77]: “Mentre le culture europee trascorrevano un'esistenza pacifica e raggiungevano una fioritura artistica e architettonica altamente sofisticate nel V millennio a.C., una cultura neolitica assai diversa, in cui si addomesticava il cavallo e si producevano armi letali, emergeva nel bacino del Volga, nella Russia meridionale, e dopo la metà del V millennio, perfino a ovest del Mar Nero. Questa nuova forza, inevitabilmente, cambiò il corso della preistoria europea. Io la chiamo la cultura “Kurgan” (In russo “Kurgan” significa tumulo), poiché i morti venivano sepolti in tumuli circolari che coprivano gli edifici funebri dei personaggi importanti. Le caratteristiche fondamentali della cultura Kurgan, che risalgono al VII e VI millennio a.C. nell'alto e medio bacino del Volga sono il: patriarcato; patrilinearità; agricoltura su scala ridotta e allevamento di animali, compreso l'addomesticamento del cavallo a partire dal VI millennio; posizione preminente del cavallo nel culto; e, di grande rilievo, fabbricazione delle armi quali l'arco e la freccia, la lancia e la daga. Elementi distintivi, tutti che si accordano con quanto è stato ricostruito come fenomeno proto-indoeuropeo dagli studi linguistici e di mitologia comparata e che si oppongono alla cultura gilanica [detta anche della partnership, in cui si realizzi una fattiva collaborazione tra uomini e donne sia nella sfera privata che in quella pubblica, n.d.r.], pacifica, sedentaria dell'antica Europa, caratterizzata da un'agricoltura altamente sviluppata e dalle grandi tradizioni architettoniche, scultoree e ceramiche.
Così i ripetuti tumulti e le incursioni dei Kurgan (che considero proto-indoeuropei) misero fine all'antica cultura europea all'incirca tra il 4300 e il 2800 a.C., trasformandola da gilanica in androcratica e da matrilineare in patrilineare. Le regioni dell'Egeo e del Mediterraneo e l'Europa Occidentale si sottrassero più a lungo al processo; in isole come Thera, Creta, Malta e Sardegna l'antica cultura fiorì dando luogo a una civiltà creativa e invidiabilmente pacifica fino al 1500 a.C., mille-millecinquecento anni dopo la completa trasformazione dell'Europa centrale. Nondimeno, la religione della Dea e i suoi simboli sopravvissero, come una corrente sotterranea, in molte aree geografiche. In realtà molti di questi simboli sono ancora presenti come immagini della nostra arte e letteratura, motivi di grande suggestione nei nostri miti e negli archetipi dei nostri sogni.
Viviamo ancora sotto il dominio di quella aggressiva invasione maschile e abbiamo appena cominciato a scoprire la nostra lunga alienazione dall'autentica eredità europea: una cultura gilanica, non violenta, incentrata sulla terra” [78].
Oltre all'altissimo livello di civiltà espresso nel periodo del matriarcato pacifico della Grande Dea, l'assenza di guerre, e quindi di odio fra collettività differenti, all'interno di questa società pacifica, ci viene comprovata anche dall'illustre genetista Luca Cavalli-Sforza dell'Università Californiana di Stenford: “Abbiamo detto che mesolitici e neolitici prosperavano in due ambienti diversi: agli uni serviva la foresta, agli altri terreno favorevole all'agricoltura, che si può ricavare da certi tipi di foresta abbattendone gli alberi. All'estrema periferia dell'espansione, per esempio in Spagna e Danimarca, alcuni mesolitici sopravvissero a lungo accanto ai primi neolitici, forse perché erano di costumi abbastanza avanzati da non temere il confronto. Vi furono certamente numerosi contatti fra gli uni e gli altri, ma non ci sono tracce sicure di conflitti. Gli agricoltori vivevano di solito in villaggi e in case singole senza protezioni speciali, con palizzate tutt'al più utili per trattenervi il bestiame. Solo millenni più tardi, e soprattutto all'epoca dei metalli, compaiono chiare postazioni difensive” [79]. Alla pacifica cultura matriarcale faceva da eco un culto matriarcale ben specifico, quello della Grande Dea. Una Grande Dea benefica che nella sua essenza positiva era esattamente l'opposto contrario della Grande Madre del politeismo androcratico pagano. Quindi, sotto il profilo storico, il rovesciamento della pacifica cultura matriarcale fu determinato dall'aggressiva invasione dei Kurgan che ribaltò la stabilità della più longeva società umana. Una società caratterizzata da un'armonica uniformità culturale, quella del pacifico matriarcato. Di conseguenza i Kurgan furono la causa del rovesciamento cruento che colpì in primo, fin nel più profondo, ogni donna e in secondo l'organizzazione sociale centrata sul pacifico matriarcato. È proprio da quel cruento traumatismo che ebbe inizio, per controreazione, e poi per stabilizzazione, la psicopatologia cibelica. Una psicopatologia che si reduplicherà per via matrilineare di madre in figlia, interessando collateralmente anche i figli di sesso maschile.
L'evidenza che si presenta è che il matriarcato pacifico reduplicava la sua filosofia pacifica, mentre il matriarcato traumatizzato dai Kurgan reduplicava la filosofia aggressiva degli stessi. Una reduplicazione che si manifesta ancora oggi in tutta la sua virulenza sia nel confronto cruento fra società che nei confronti della natura. Questa psicopatologia dell'aggressione è giunta fino a noi, per traslazione di madre in figlia, esprimendo tutto il suo potenziale terrificante. Un potenziale che interessa ogni conflittualità intrapsichica relativa ad ogni individuo. Un potenziale che si attiva fra individuo e individuo, fra classe sociale e classe sociale, fra collettività differenti, fra popoli diversi ed infine, non per ultimo, fra essere umano e natura. Questo potenziale diabolico nel senso più letterale della parola o della divisione o del contrasto aggressivo è giunto fino a noi a partire dall'invasione dei Kurgan. Ognuno di noi ne subisce, incontestabilmente, le conseguenze o in riverbero, della stessa.
È indubbio che, quanto detto, ha la sua rappresentazione simbolica nella Grande Madre, presente all'interno della cultura greco-romana nel binomio Gaia-Cibele. Alla presenza di queste due matriarche, solo per qualche millennio, si contrappone l'inimmaginabile longevità della Grande Dea primigenia. Una presenza documentata a partire dal 500.000 a.C. Grazie a questa datazione possiamo affermare che essa ha superato la barriera del tempo nella quale si sono sviluppate tre differenti specie umane. Quella dell'homo antecessor [80], dell'homo sapiens e dell'homo sapiens-sapiens, a cui noi apparteniamo. Per ciò che riguarda il reperto archeologico che dimostra innegabilmente l'età della Grande Dea esso è costituito da una icona che ci viene descritta dalla paleoantropologa Marija Gimbutas: “Una pietra triangolare come simbolo della Dea o del suo potere rigeneratore risale forse al paleolitico inferiore. Formati naturalmente o tagliati ad hoc, i triangoli in selce, alcuni con i seni o la testa abbozzata al vertice del triangolo, si incontrano nei depositi Acheuleani/Heidelberghiani dell'Europa occidentale. Questa figura triangolare del paleolitico inferiore, in selce staccata dal nodulo, è dotata di seni e reca le tracce dei colpi inferti per modellare la testa, i seni, la vulva. Le sporgenze naturali sono state scheggiate per formare i seni. La statuetta può reggersi su una superficie piatta. Ritenuta Heidelberghiana; datata, sulla base dell'associazione con utensili, probabilmente intorno al 500.000 a.C.” [81].
Quindi il culto della dea Cibele fa da ponte, anche se cronologicamente di piccola entità, fra la cultualità preistorica più arcaica con quella odierna della cattolica Mater Dei. Un ponte che unisce attraverso l'uniformità di genere tre differenti icone femminili ben diverse fra di loro. Un ponte sostenuto dalle analogie con la Grande Dea paleolitica, da una parte, e con quelle relative alla nostra cultualità mariana, dall'altra. Cibele però rappresenta la parte più psicopatologica e nascosta o “rimossa” della nostra cultura. È, nel contempo, l'icona più rappresentativa della sofferenza femminile. È proprio su tale realtà e sull'indagine psicologica, operata sulla stessa, dalla postanalisi che si è definito il complesso di Cibele. Rimarcando ancora, è proprio sulla psicogenesi cibelica che viene iterata ed amplificata tutta la nostra ricerca in modo ampio e dettagliato. Una ricerca che ci permette di affermare che ogni violenza subita dalla donna ha un riflesso negativo diretto ed immediato, così esteso e profondo, in ogni società e cultura, da superare qualunque immaginazione.
La scoperta del complesso di Cibele è stata definita come rivoluzionaria nel campo della psicologia dinamica e dell'antropologia sociale. Apre un nuovo campo di ricerca e di analisi riguardando nel contempo individuo e società del mondo attuale. Costituisce un presupposto ben visibile, una volta identificato, ma che fino ad oggi è rimasto celato all'interno del rimosso più tenace di ogni individuo e collettività. Lo studio del complesso di Cibele si rivela come la ricerca più efficacie tesa a migliorare e difendere lo status femminile della donna, della sua funzione materna, e di riflesso dell'umanità intera. La postanalisi, da sempre, propone, già prima di ogni altro, la parità delle quote rosa in ogni Parlamento e in tutte le istituzioni di ogni Stato, e la perfetta equiparazione dei diritti fra donna ed uomo, tenendo, giustamente, conto delle differenze psicofisiche esistenti. La ricerca postanalitica vuol rendere, in sé e per sé, un tangibile omaggio ad ogni donna ed ad ogni madre, nel cui ventre fertile ogni essere umano viene concepito, nutrito e conformato, per poi essere partorito alla luce della vita. Un omaggio che però vuol rimettere in discussione anche il ruolo fondamentale di ogni uomo e di ogni padre, non più escluso o forcluso dall'amore della propria donna.
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77. M. Gimbutas (1921-1994): già docente di Archeologia dell'Europa orientale-Harvard University e di Archeologia europea - università della California Los Angeles. (torna al testo)
78. M. Gimbutas, Il Linguaggio della Dea, Longanesi, Milano, 1990, Introduzione, XX-XXI. (torna al testo)
79. L. & F. Cavalli-Sforza, Chi siamo, Mondadori, Milano, 1995, p. 221. (torna al testo)
80. G. Manzi, Argil, l'antenato d'Europa, in “Le Scienze”, 428/Aprile 2004, p. 53. 
“Si candida come rappresentante dell'umanità che diede origine alla divergenza evolutiva tra le linee del Neanderthal e di Homo sapiens”. (torna al testo)
81. M. Gimbutas, Il Linguaggio della Dea, Longanesi, Milano, 1990, La vulva rigeneratrice: triangolo, clessidra e zampe di uccello, p. 237, vedi fig. n°369. (torna al testo)
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mercoledì 21 dicembre 2011

Dioniso e il pasto sacro


A Zeus la cadmeia Semele generò un figlio illustre, unitasi a lui in amore, Dioniso ricco di gioia, lei mortale un figlio immortale, e ora ambedue sono dei. (Esiodo Teogonia, 940-42)  

Finalità del presente lavoro non è quella di tracciare un parallelismo fra il Mito di Dioniso e la figura del Cristo, opera in cui altri si sono cimentati con scarsi risultati, bensì quella di individuare nella tragedia dello strazio subito dal corpo del Dio Fanciullo figlio di Zeus, quel fulcro operativo "occulto" chiamato Pasto Sacro, espressione con cui vogliamo intendere quel particolare sacrificio sacerdotale, attraverso cui il Divino discende e diviene cosa unica con l'operatore del sacrificio, e i convitati a tale opera.
E', il pasto sacro, un cardine della tradizione misterica ed iniziatica presente in ogni tradizione religiosa ed esoterica; ne possiamo trovare traccia anche nelle culture sciamaniche e tribali, a suggerire (indicare) di un patrimonio diffuso nella memoria magica dell'umanità L'evidenza che anche nella Tradizione Cristiana (gnostica, come cattolica, come protestante), tale apparato rituale sia presente e centrale nella liturgia (che in esso trova significato e finalizzazione) ne testimonia l'indispensabilità ai fini del Sacro Operare, e ne suggerisce l'enorme impatto magico. 

Io so intonare il bel canto di Dioniso Signore, il ditirambo, quando nell'animo sono folgorato dal vino. (frammento di Archiloco 120 W.) 

Si potrebbe osservare come i baccanali dionisiaci siano ben distanti dalla liturgia cristiana; ma tale constatazione indica come il pasto sacro è cuore e nodo di un incrocio, che lega il Mito, il Divino, l'Uomo, e il sentiero scelto (umido e secco) a testimonianza del fatto che non vi è differenza nell'operatività, pur sempre strumentale, ma nella volontà dell'Operatore, e delle forze che intervengono al suo richiamo. 

Molti Greci rappresentano Dioniso in forma di toro, e in Elide in particolare le donne invocano il dio pregandolo di venire a loro ‘con piede taurino’. Gli Argivi poi danno a Dioniso l’epiteto di ‘figlio di toro’ e lo chiamano con le trombe perché risorga dalle acque. (Plutarco Iside e Osiride, 35)


INTRODUZIONE AL VALORE DEL SIMBOLO DEL SACRIFICIO E AL MITO DI DIONISO 
Molte antiche tradizioni custodiscono nel proprio patrimonio ancestrale il simbolo della divinità sacrificata in modo cruento in favore di un'umanità pronta a raccogliere i benefici di tale divina morte. Questo sacrificio conscio, ma spesso inconscio o subito, si esprime in un atto d'amore verso gli uomini, oppure segna il momento della nascita dell'umanità stessa. Forte è il rimando a tutta una serie di rituali di fertilità, dove il sangue del Re, o di un uomo che incarnava lo spirito divino veniva offerto alle forze della natura (del quaternario), onde ristabilire il ciclo vitale.  Da una prima lettura del mito del sacrificio del Dio si potrebbe evincere un rapporto compassionevole del divino verso l'uomo, un legame affettivo che si spinge fino a tragiche ed estreme conseguenze: la vita in cambio della vita, o di una nuova vita. Questi miti altro non rappresenterebbero, in tale ottica, che il simbolo del cuore sofferente del divino, sempre e comunque proteso verso le sue creature predilette. Se tale interpretazione può avere un qualche senso all'interno di un paradigma cristiano-cattolico, è sicuramente assente all'interno di altre teogonie dove la morte del Dio è aspetto suo proprio, individuale, avulso da altre considerazioni. 
Il mito di Dioniso, e l'insieme rituale iniziatico che dallo stesso emerge, trova collocazione nell'Orfismo, e cioè nella complessa teogonia e cerimonialità misterica, che vanta altrettanto mitico fondatore in Orfeo. Il quale, indubbiamente, rappresenta l'iniziato e l'adepto per antonomasia: Colui che giunge in Egitto per essere edotto ai suoi antichi misteri, che scende all'inferno alla ricerca dell'amata (la Sophia), che da vita ai culti e ai misteri, il devoto ad Apollo che viene ucciso e smembrato dalle baccanti (le donne della Tracia) fedeli a Dioniso. Una fine violenta che sembra essere speculare a quella di Dioniso, quasi ad evidenziare un processo ineluttabile che attende ogni vero iniziato che percorre la via del Divino. 

Succintamente la mitologia greca narra che dall'amore di Zeus e di Semele, nacque un fanciullo bellissimo di nome Dioniso, che suscitò le invidie e l'ira di Era, la moglie di Zeus, la quale sobillò i Titani, suoi servitori, a compiere atroce scempio di questa vivente manifestazione del tradimento del suo celeste compagno. I Titani, i figli della terra che non aveva conosciuto gli Dei, con dei regali traggono in inganno Dioniso, lo imprigionano, e ognuno di loro ne mangia le carni. Solo il cuore si salva, grazie alla dea Atena, che lo porta a Zeus. Il Padre degli dei inghiotte il cuore del figlio defunto, e genera da Semele un nuovo Dioniso, poi la sua vendetta colpisce i Titani: li fulmina, incenerendoli. Dalle polveri dei Titani, in virtuÌ€ dell'essenza nobilitatrice di Dioniso, nasce il genere umano. 

 "Lì (...) accanto al tripode sacro sul quale la Pizia si sedeva per pronunciare  suoi oracoli, si trovava uno strano oggetto - una sorta di bara o di urna cineraria che recava un'iscrizione, "Qui giace il corpo di Dioniso, figlio di Semele" (Walter Pater - Greek Essays) 

E' sempre bene ricordare come i riti legati alla figura di Dioniso, e all'Orfismo in genere, afferivano ad un complesso cerimoniale, iniziatico e magico parallelo e secante la religione pubblica, certamente non alla portata di tutti. Solo nella fase di decadenza dell'Impero Romano, le iniziazioni divennero virtuali e aperte; e tale profanizzazione, ieri così come oggi, ne ha portato all'essicamento. 


ATTORNO AL MITO DI DIONISO E AL PASTO SACRO 
Possiamo vedere nella carne e nel sangue di questo dio-fanciullo, un elemento trasmutativo della forza bruta rappresentata dai Titani, esseri che appartengono ad un mondo precedente al Cosmo degli Dei Olimpici. I secondi rappresentano gli ideali e i tipi di uomo archetipali, che si incarnano costantemente nell'umanità; mentre i primi afferiscano ad un mondo non governato dalla ragione, dal bello, e dall'ispirazione celeste, bensì dagli agiti, dagli atavisimi, dalle pulsioni irrazionali e viscerali.
E' per mezzo di queste chiavi di lettura simbolica, che è necessario leggere la morte di Dioniso; una morte trasmutativa, e nobilitante, in quanto è la causa prima con cui si pone in moto il processo che porterà alla nascita di un'umanità di ispirazione celeste.  
Trattasi in realtà di un'operazione di alchimia interiore, dove l'uomo bruto, l'uomo-inferiore, fa proprio il corpo e il sangue della divinità (comunione eucaristica). Ciò non avviene attraverso il semplice possesso, ma bensì legandosi ad essa in modo indissolubile, tramite un pasto sacro. Viene così dato inizio ad un processo irreversibile, elettrico (psichico) ed igneo (elemento di trasmutazione del quaternario). L'alimentazione porta a confondere, a rendere cosa unica colui che è alimentato, con ciò di cui si alimenta. La saggezza popolare ricorda che siamo ciò che mangiamo, in quanto ogni impressione e ogni alimento sono dissolti in un flusso biochimico e biomeccanico, e vanno a comporre il nostro corpo fisico, psicologico ed emotivo. Nel caso specifico siamo in presenza di un pasto sacro, in quanto ciò che è alimento è la carne e il sangue di un Dio (o meglio, fuori da una visione religiosa, di un elemento divino: qui Dioniso, così come il Cristo all'interno dell'eucaristia cattolica...) 
Cosa mai sono i Titani se non degli uomini offuscati dalla brutalità, dagli agiti, dagli atavismi (preda dei suggerimenti passionali ed iracondi di Hera? Degli uomini allo stato basilare, primordiale, completamente soggiogati dalle forze della natura, completa espressione della bassa polarità, automi e agenti degli atavismi primordiali, le potenti forze occulte del quaternario? Essi sono liberati dall'ingestione della carne di Dioniso e dal fulmine di Zeus; certamente non sono ancora Dei (solo all'uomo poeta o campione è dato di sedersi a fianco delle divinità, come immortale; ma pur sempre uomo esso deve essere), ma sicuramente è data loro la scelta di guardare verso le stelle (rispettare gli dei), oppure tradire gli dei (per precipitare nuovamente in uno stato di barbarie). 
Questa umanità in potenza, è in completa balia degli elementali non rettificati del quaternario, della loro forza e della loro volontà tesa a possedere, ad assimilare, ad irrompere in ogni spazio esistente: è proprio questa la forza del piano vitale, la sua meccanica intelligenza, la sua ferrea volontà espansiva. 

In ambito magico è bene sempre ricordare che ogni istanza magica portata sul quaternario, avviene sempre e comunque tramite l'ausilio e l'intercessione di un elemento divino, o superiore. 

Qui l'elemento divino è duplice in quanto si compone della sostanza di Dioniso, e della folgore di Zeus; il loro connubio pone fine, tramite liberazione, all'asservimento elementale. Tale evento ricorda molto, a suggerire l'esistenza di una tradizione ignea comune, il detto buddista di "bruciare le radici dell'ego", oppure la prima fase dell'Opera al Nero, dove l'adepto agisce proprio tramite quelle forze che poi saranno rettificate, e ricondotte ad un processo superiore. 

Altro elemento di riflessione attorno al mito di Dioniso è rappresentato dallo strumento di giustizia divina. I Titani non sono colpiti da una lancia, o da una spada, e neppure da una freccia, bensì da un fulmine. Colpire attraverso un' arma è un'azione meccanica, che da fuori penetra negli organi vitali, rompendo l'involucro. Il fulmine invece irrompe senza ledere l'involucro. Dall'azione elettrica del fulmine, si determina l'azione IGNEA (INRI) che porta alla trasmutazione, alla riduzione in polvere dei Titani, da cui nasce la semenza umana. 

Anche nella tradizione cabalistica la creazione è frutto di un fulmine, di luce e pneuma che attraversano, incessantemente, tutto l'albero sephirotico: trattasi di quel dinamismo spirituale, di quella forza elettrodebole che tutto trattiene; senza la quale niente è. 



DIONISO E PROMETEO 
Alcune volte il mito di Dioniso è rapportato a quello di Prometeo; a mio modesto avviso vi sono molte più dissonanze che assonanze in questi due eventi mitologici. 
Prometeo come sappiamo ruba il fuoco (simbolo di conoscenza), e viene per questo incatenato fra le rocce di un picco montano. Per punizione le sue viscere vengono divorate dai rapaci; per aumentare il dolore della pena esse si riformano in continuazione. Ovviamente anche qui abbiamo una ricca simbologia (la punizione del quaternario, il fuoco e la conoscenza, le catene dell'elemento materiale, le forze cieche della natura, ecc...), come nel mito di Dioniso, ma ritengo che gli elementi comuni abbiano qui a terminare, lasciando il campo alla diversa impostazione e finalità di questi lasciti mitologici. 
La differenza del mito di Prometeo con quello di Dioniso risiede nella funzione trasmutativa. Dioniso viene assimilato dai Titani, e in virtuÌ€ di tale evento si genera un processo di mutamento interiore degli stessi. Così non è per Prometeo che si "limita" a portare una conoscenza comunque esterna e sè stesso, e agli uomini stessi.  Possedere non è essere, il fenomeno non è la causa, e la foglia nonè la radice della pianta. Così come il mito di Prometeo può solamente seguire e non precedere quello di Dioniso. In quanto è solamente dopo la scintilla divina, il pneuma gnostico, il seme solare, che l'umanità ha la possibilità di godere della conoscenza del fuoco stesso. 


Ecco adesso un altro detto Alchemico:  solamente possedendo l'oro, è possibile produrre l'oro.  

Indubbiamente un elemento di similitudine è rappresentato dalla meccanicità di Zeus (sia nei confronti di Dioniso che di Prometeo), che apparentemente opposta è invece eguale a se stessa nella linearità che le da forza. Zeus rappresenta un ente superiore, che interviene e governa a prescindere dalle altrui volontà, irrompendo violentemente nel mondo degli uomini e degli dei a lui sottoposti. 

In chiave operativa il carico simbolico portato dal mito di Dioniso, e quello portato dal mito di Prometeo, possono e debbono trovare giusta simbiosi e collocazione. Una circolarizzazione operativa, che vede sia la via dell'Essere, sia la via delle Attribuzioni dell'Essere. La prima risiede nel cuore di Dioniso, la seconda nelle viscere di Prometeo. 

di Filippo Goti

Le 28 dimore lunari: gradi zodiacali e qualità


La Luna indica l'energia riproduttiva e feconda che anima tutte le cose create, esseri umani, piante, animali, minerali. Quando la Luna cresce la FORZA VITALE aumenta sulla terra, quando cala decresce anche il suo influsso. Essa governa le maree e tutti i liquidi contenuti nel corpo degli uomini, delle piante, degli animali e tutte le sostanze contenute nei minerali. 
LA FASE CRESCENTE DELLA LUNA E' UTILIZZATA PER AUMENTARE, ATTIVARE, VITALIZZARE, ATTRARRE, FAR CRESCERE, ACQUISIRE, ESPANDERE, ECC.. QUALSIASI COSA E IN QUALSIASI CAMPO. 
LA FASE CALANTE AL FINE DI FAR DECRESCERE, RENDERE INERTE, FRAGILE, ALLONTANARE, BANDIRE, DISTRUGGERE, ECC.. QUALSIASI COSA E IN QUALSIASI CAMPO. 
Qui le varie dimore lunari sono identificate nel pieno del loro potere, sia esso positivo o negativo. Sta alla persona stessa che opera scegliere la via da seguire.



Il ciclo della Luna ha una durata media di 28 giorni ed esattamente, in rapporto allo zodiaco, la rivoluzione siderale della Luna è di 27 giorni, 7 ore e 43 minuti. La cintura zodiacale è divisa in 28 dimore e a ciascuna di queste dimore la tradizione assegna precise influenze da conoscere ed utilizzare per rendere più potenti i nostri incantesimi. 

A ciascuna di queste dimore lunari la tradizione assegna un nome.




I Dimora da 0 0' a 12 e 51 dell'ARIETE (Almach) 

La luna inizia la sua gradazione nel segno dell'ARIETE acquistando felici influenze per la prosperità di viaggi, affari, negoziati e per tutte le operazioni rivolte ad ottenere amore, per provocare rotture sentimentali, i litigi tra due persone. 
Quando si trova nel mezzo dello stesso segno influisce sulle ricchezze e la scoperta dei tesori. 
Per questo motivo è da sempre considerata questa la fase più propizia per la stesura di talismani per rendersi fortunati al gioco, soprattutto se è anche in aspetto benigno con giove. 


II Dimora da da 12 e 51 a 25 e 42' dell'ARIETE (Albothaim) 

Le sue influenze sui talismani tendono alla rovina degli edifici, della rottura delle amicizie e dei matrimoni. 


III Dimora da 25 e 42' dell'ARIETE a 8 e 34 del TORO (Ascorja) 

Dopo la sua nascita dal TORO la LUNA influisce sull'ottimo stato di salute, aiuta nello studio, concilia la benevolenza delle persone e se in tal momento è in congiunzione con VENERE, i talismani che si preparano saranno potenti per gli uomini che vogliono farsi amare dalle donne. 


IV Dimora da 8 e 34 a 21 e 25' del TORO (Aldebaran) 

Per la separazione sentimentale, per causare rotture totali tra due o più persone. 


V Dimora da 21 e 25' del TORO a 4 e 17' dei GEMELLI (Aluxer) 

Quando la LUNA entra nel segno dei GEMELLI le sue influenze rendono fortunata la caccia, fanno riuscire gli affari familiari e rendono potente colui che lavora per la stesura di un talismano per la potenza e la forza, se nato sotto gli auspici di queste influenze. Per accentuare i legami di amicizia, per ottenere l'affetto e la benevolenza del prossimo. 


VI Dimora da 4 e 17' a 17' e 8' dei GEMELLI (Alkaia) 

Per provocare un incontro, sia sentimentale che di affari. 


VII Dimora da 17' e 8' dei GEMELLI a 0 del CANCRO (Al'Dhira) 

Momento propizio per rinsaldare il legame di una giovane coppia in crisi, per favorire il matrimonio e qualsiasi forma di associazione anche professionale. 


VIII Dimora da 0 a 12 e 51' del CANCRO (Amathura) 

Per consolidare intese affettive e familiari, per tutto ci che riguarda i figli e gli immobili. 


IX Dimora da 12 e 51' a 25 e 42' del CANCRO (Atarls) 

La cosiddetta 'casa tenebrosa' che assume influenze maligne atte a far riuscire tradimenti, cospirazioni, separazioni, discordie. Se si trova in buon aspetto con GIOVE, VENERE e MERCURIO i talismani riusciranno favorevoli ai giochi d'azzardo. 


X Dimora da 25 e 42' del CANCRO a 8 e 34' del LEONE (Algelhard) 

Per le azioni amorose, per agire sui nemici sia dichiarati che nascosti, sulle gelosie di ogni genere. E' la fase che allontana. Quando entra nel segno del LEONE e se è in buon aspetto con SATURNO assume anche influenze decisamente maligne. 


XI Dimora da 8 e 34' a 21 e 25' del LEONE (Azobre) 

Per liberare una persona da un legame sia esso amoroso o professionale ecc, quando esso diventa pesante 


XII Dimora da 21 e 25 del LEONE a 4 e 17' della VERGINE (Atorsiana) 

Per rafforzare l'intesa tra due persone. 


XIII Dimora da 4 e 17' a 17 e 8' della VERGINE (Ashalame) 

Periodo propizio per le azioni su anziani o persone socialmente importanti. 


XIV Dimora da 17 e 8' della VERGINE a 0 della BILANCIA (Azimel)

Dimora lunare per intraprendere azioni di Magia Sexualis. 
Raramente la Luna esercita benefici influssi quando è avanzata nel segno della VERGINE salvo che non si trovi in buon aspetto con il lugubre SATURNO, in tal caso i talismani preparati sotto questi influssi diventano vantaggiosi ai giocatori, ai viaggiatori e a coloro che sperano benefici da persone altolocate. 


XV Dimora da 0 a 12 e 51' della BILANCIA (Agalphia) 

Entrando nel segno della BILANCIA favorisce i lavori di ricchezza o per nuocere all'equilibrio di una coppia, o ad una famiglia, o agli immobili in genere (uffici, case, negozi ecc). 


XVI Dimora da 12 e 51' a 25 e 42' della BILANCIA (Alcibene) 

Per far nascere qualsiasi forma di gelosia o disaccordo. 


XVII Dimora da 25 e 42' della BILANCIA a 8 e 34' dello SCORPIONE (Archill) 

Per consolidare un affetto o una qualsiasi situazione, per agire contro gli incantesimi e le azioni di Magia Nera volti a nuocere all'amore. 


XVIII Dimora da 8 e 34' a 21 e 25 dello SCORPIONE (Alchab) 

Per far nascere la discordia in una coppia, in una famiglia, in una associazione. Questa dimora suscita e provoca sospetto e gelosia. Quando passa nello SCORPIONE in questa fase è quindi nociva ai viaggiatori, ai futuri sposi e a coloro che si apprestano ad unirsi in società. 


XIX Dimora da 21 e 25 dello SCORPIONE a 4 e 17' del SAGITTARIO (Azarala) 

Per nuocere a qualsiasi forma di affetto e collaborazione o associazione. 


XX Dimora da 4 e 17' a 17 e 8' del SAGITTARIO (Nahaim) 

Con la Luna in questa dimora si eseguono i riti destinati a respingere una persona o a spezzare collaborazioni e idilli che stanno nascendo. 


XXI Dimora da 17 e 8' del SAGITTARIO a 0 del CAPRICORNO (Albelda) 

Per spezzare qualsiasi solidissima unione sia essa amorosa o professionale. 


XXII Dimora da 0 a 12 e 51 del CAPRICORNO (Caalbeba)

Per facilitare la nascita di un amore o di una amicizia o per provocare ritardi in qualsiasi progetto. 
Nel segno del CAPRICORNO e favorita da VENERE o da GIOVE influenza la salute e l'amore soprattutto carnale. I talismani preparati sotto queste influenze neutralizzano le malie fatte per procurare impotenza, per nuocere ai matrimoni e assicurano solide relazioni e ottima intesa tra sposi. 


XXIII Dimora da 12 e 51 a 25 e 42' del CAPRICORNO (Caaldebolab) 

Per porre fine ad un matrimonio, un'amicizia anche amorosa e tra due persone dello stesso sesso, per provocare divorzi e insanabili rotture, per far nascere malintesi gravi e definitivi tra due o più persone. 
Questa è la dimora lunare più adatta di altre per operare per questi scopi con efficacia. 


XXIV Dimora da 25 e 42' del CAPRICORNO a 8 e 34' dell'ACQUARIO (Zaaldodothot) 

Favorevole in modo particolare per tutti gli incantesimi d'amore e per quelle caratterizzate da un travolgente erotismo. E' una dimora buona anche per contrastare la Magia Sexualis dei maghi neri. 


XXV Dimora da 8 e 34' a 21 e 25' dell'ACQUARIO (Caalda) 

Favorevole per iniziare un'azione di magia d'amore o per influenzare negativamente la sessualità di una persona. 


XXVI Dimora da 21 e 25' dell'ACQUARIO a 4 e 17' dei PESCI (Algazaldi) 

Per attirare ogni forma di protezione su un'intesa sentimentale, sugli affari e per far nascere il desiderio del matrimonio. Quando la luna arriva nel segno dei PESCI e se è guardata da GIOVE, MERCURIO e VENERE, si ottengono influssi favorevoli per il gioco ma guardarsi sempre dal muoversi se essa è guardata dal maligno SATURNO. 


XXVII Dimora da 4 e 17' a 17 e 8' dei PESCI (Alga Felmucar)

Per far nascere una simpatia di qualunque genere o per porre ostacoli e ritardi a qualsiasi progetto. 


XXVIII Dimora da 17 e 8' dei PESCI a 0 dell'ARIETE (Anaxhe) 

Per far nascere l'affetto tra due persone, per proteggerlo o consolidarlo

mercoledì 30 novembre 2011

Case lunari

Queste sono le ventotto case della Luna secondo Plinione


Secondo il saggio Picatrix


La prima serve per distruggere e devastare ed è chiamata Alnath. Mentre la Luna attraversa questa casa, plasma le figure di un uomo nero, vestito e avvolto in un cilicio di capelli, ritto in piedi con un dardo nella destra, come uno che stia per attaccare. Inciderai questa immagine in un anello di ferro e la suffumigherai con benzoino liquido. Con tale immagine imprimerai un sigillo in cera nera, dicendo: “Tu, o Geriz, uccidi il figlio della tale presto e in breve tempo, distruggilo”. Se compirai questo rito, accadrà quello che vorrai. Sappi inoltre che Geriz è il nome del signore di questa casa.

La seconda casa è Albotayn e serve per spegnere l’ira. Quando la Luna attraverserà questa casa, prendi della cera bianca e del mastice e amalgamali sul fuoco. Quindi rimuovi questo composto dal fuoco e plasma la figura di un rè con la corona. Suffumigala con legno di aloè dicendo: “Tu, o Enedil, allontana da me l’ira del tale, fa che muti atteggiamento nei miei confronti e accogli le mie richieste a suo riguardo”. Tieni l’immagine con tè e succederà ciò che vorrai. Sappi che Enedil è il nome del signore di questa casa e questa è la sua immagine.

La terza casa è Azoraye (cioè Pleiadi), per acquisire ogni bene. Quando la Luna si troverà in questa casa, traccia l’immagine di una donna vestita, seduta, che tiene la mano destra sul capo e suffumigala con muschio, canfora, resina e con pianta aromatica detta unghia di cavallo. E dì: “Tu, Annuncia, fa questo e quello”, esponendo le tue richieste del bene che desideri, qualunque esso sia. Traccerai la figura suddetta su di un anello d’argento dalla forma quadrata che porterai al dito. Se avrai seguito queste istruzioni accadrà quello che desideri e la tua richiesta avrà riscontro positivo. Sappi che Annuncia è il nome del signore di questa casa e quella è la sua immagine.

La quarta casa è di Aldebaran, per suscitare inimicizie. Quando la Luna attraverserà questa casa, prendi della cera rossa e modella l’immagine di un soldato a cavallo con un serpente nella mano destra, quindi suffumigala con mirra rossa e benzoino, recitando: “Tu, o Assarez, fa per me le tali cose e soddisfa le mie richieste”, e chiedi ciò che concerne inimicizia, separazione e malevolenza. Accadrà tutto quello che hai chiesto. Sappi che Assarez è il nome del signore di questa casa.

La quinta casa è Almizen, utile per essere ben accolti dai rè e dai dignitari. Quando la Luna attraverserà questa casa, fabbrica un sigillo d’argento, nel quale inciderai una testa umana priva del corpo, sopra questa testa scrivi il nome del signore di questa casa e sempre sul sigillo scrivi le tue richieste, di qualunque genere. Suffumigalo con sandalo e di: “Tu, o Cabil, rendimi il tale servigio ed accogli la mia richiesta”, vale a dire di essere ben accolto da re o da governatori. Fatto ciò, porta con te questo sigillo e la tua richiesta sarà esaudita. Quando vorrai vedere qualcuno in sogno, poni questo sigillo sotto la tua testa di notte, quando vai a dormire, pensando sempre a quello che vuoi: ti sarà data risposta su ciò che desideri. Sappi che Cabil è il nome del signore di questa casa.

La sesta casa è Achaya e serve per fare innamorare due persone. Quando la Luna si troverà in questa casa, plasma con della cera bianca due figure abbracciate insieme e avvolgile in un panno di seta bianco. Suffumigala con legno di aloè e ambra, dicendo: “Tu, o Nedeyrahe, unisci il tale con la tale e poni tra di loro amicizia e amore”. Con questo rito succederà quello che vorrai. Sappi che Nedeyrahe è il nome del signore di questa casa.

La settima casa è Aldira, per ottenere ogni bene. Quando la Luna attraversa questa casa, fabbrica un sigillo d’argento con incisa l’immagine di un uomo vestito che leva le mani al cielo in atteggiamento di preghiera o di supplica. Scrivi sul suo petto il nome del signore di questa casa, poi suffumigalo con sostanze che abbiano buon odore dicendo: “Tu, o Siely, fa la tale cosa, soddisfa la mia richiesta”. Chiedi il bene che desideri. Porta con tè quel sigillo e sarà come vorrai. Sappi che Selene è il nome del signore di questa casa.

L’ottava casa è Annathra, per conseguire la vittoria. Quando la Luna sarà in questa casa fa con lo stagno l’immagine di un’aquila dalla testa umana e incidi sul suo petto il nome del signore di questa casa. Suffumigalo con zolfo e dì: “Tu, Annediex, fa per me la tal cosa e soddisfa la tale richiesta”. Una volta preparata l’immagine in questo modo tienila dinnanzi all’esercito: otterrai la vittoria. Sappi che Annediex è il nome del signore di questa casa.

La nona casa è Atarfa, per fare ammalare. Quando la Luna percorrerà questa casa, fabbrica con il piombo la figura di un uomo privo di verga con le mani sugli occhi, scrivi sul suo collo il nome del signore di questa casa. Esponilo a una suffumigazione di resina di pino e dì: “Tu, Raubel, fa ammalare la tale figlia del tale o provocale delle emorragie”. Avanza una di queste due richieste: saranno esaudite se avrai eseguito correttamente quanto e-sposto. Sappi che Raubel è il nome del signore di questa casa.

La decima casa è AIgebha, per guarire i malati e far partorire con facilità. Con la Luna entro questa casa, plasma una testa di leone con oro oppure con pietra, con su scritto il nome del signore di questa casa. Devi suffumigarla con ambra e dire: “Tu, Aredafir, elimina i dolori, le debolezze e le malattie dal mio corpo e dal corpo di chiunque mangia o beve il liquido in cui questo sigillo sia stato lavato”. Lo suffumigherai in un giorno qualsiasi e lo darai a un malato perché lo porti con sé, oppure lo laverai con qualche liquido che farai bere o mangiare al malato o anche alla donna che abbia le doglie. Sappi che Aredafir è il nome del signore di questa casa.

L’undicesima casa è Azobra, per essere temuti e ben trattati. Quando la Luna si troverà in questa casa, inciderai su di una lamina d’oro l’immagine di un uomo che cavalca un leone, con una freccia nella mano destra e la sini-stra posata sull’orecchio del leone, sul retto di data figura incidi il nome del signore di questa casa. Quindi dirai: “Tu, o Necol, dammi gloria perché sia temuto dagli uomini e mi temano tutti coloro che mi vedono, placa i cuori di rè, signori ed altri uomini, perché mi trattino bene e mi onorino”. Porta con tè questa lamina e sarà come hai chiesto. Sappi che Necol è il nome del si-gnore di questa casa.

La dodicesima casa è Azarfa, per separare due persone che si amano. Quando la Luna attraversa questa casa, incidi in piombo nero la figura di un drago che lotta con un uomo scrivendo sul retto il nome del signore di questa casa. La suffumigherai con crine di leone misto a assafetida, dicendo: “Tu, Abdizu, allontana e separa il tale dalla tale”. Seppellisci quest’immagine dove vuoi: accadrà ciò che hai chiesto. Sappi che Abdizu è il nome del signore di questa casa.

La tredicesima casa è Alahue, per guarire un impotente e far innamorare un uomo e una donna. Quando la Luna solcherà questa casa plasma con della cera rossa le figure di un uomo eccitato (cioè con il pene eretto), del tutto si-mile a uno che desideri avere un rapporto con una donna; modella poi l’im-magine di una donna con cera bianca. Unisci queste due immagini facendole abbracciare e suffumigale con legno di aloè e con ambra. Avvolgile in un panno di seta bianco dopo averle bagnate in acqua di rose; su una qualunque im-magine scrivi il nome di chi vuoi. Se una donna porterà questa immagine con sé, sarà molto amata dall’uomo il cui nome sarà stato scritto sulla figura a prima vista. Se un impotente porterà con sé questa figura, sarà liberato e potrà giacere con una donna. Sappi che Azerut è il nome del signore di questa casa.

La quattordicesima casa è Azimech, per separare un uomo e una donna. Con la Luna in questa casa, modella con bronzo rosso l’immagine di un cane che si morde la coda e suffumigalo con peli di cane e di gatto, dicendo: “Tu, o Erdegel, allontana e separa il tale dalla tale donna, insinuando avversione e malevolenza”, facendo i nomi delle persone che vuoi. Sotterrerai poi questa figura dove vorrai. Sappi che Erdegel è il nome del signore di questa casa.

La quindicesima casa è AIgafra, per acquistarsi amicizia e benevolenza. Quando la Luna si troverà in questa casa, fabbricherai un sigillo di henc (che è un tipo di bronzo), con incisa la figura di un uomo seduto, con in mano un foglio e nell’apparenza di leggerlo. Suffumigalo con incenso e noce moscata, dicendo: “Tu, o Achalich, fa per me la tal cosa e soddisfa la mia richiesta”. Chiedi quello che riguarda amicizia, amore e benevolenza, porterai quest’im-magine con tè. Sappi che Achalich è il nome del signore di questa casa,

La sedicesima casa è Azebene, che serve per arricchire e commerciare (cioè comprare e vendere). Quando la Luna attraversa questa casa, incidi su di una lamina d’argento l’immagine di un uomo seduto su di una cattedra, con in mano una bilancia. La suffumigherai con spezie odorose eia esporrai alle stelle per sette notti, dicendo: “Tu, o Azeruch, fa per me la tale cosa ed esaudisci la mia richiesta”. Chiedi quindi qualcosa che riguarda il comprare e il vendere. Sappi poi che Azeruch è il nome del signore di questa casa.

La diciassettesima casa è Alichil, perché un ladro non entri in casa per rubare qualcosa. Quando la Luna sosterà in quella casa incidi la figura di una scimmia su di un sigillo di ferro, che si tenga la zampa sulle spalle. Lo suffumigherai con peli di scimmia e di topo femmina, avvolgendolo poi in una pelle di scimmia. Quindi lo sotterrerai in casa tua e dirai: “Tu, o Adrieb, custodisci i miei beni e tutto ciò che c’è in questa casa e fa sì che in essa non entri nessun ladro”. Se compirai tali operazioni in questo modo nessuna persona malvagia e nessun ladro potranno entrare in casa. E sappi che A-drieb è il nome del signore di questa casa.

La diciottesima casa è Alcab, per eliminare la febbre e i dolori del ventre. Quando la Luna percorre questa casa, plasma con bronzo la figura di un ser-pente che tenga la coda sopra la testa. La suffumigherai con corno di cervo dicendo: “Tu, o Egribel, difendi questa mia casa perché non vi entri un ser-pente o qualche altro animale nocivo”. Metti quell’immagine in un vaso e seppelliscila in casa tua: finché essa vi si troverà non entrerà nessun serpen-te o animale nocivo. Se uno soffre di febbre o di dolori al ventre deve porta-re quest’immagine con sé, guarirà subito. Sappi che Egribel è il nome del signore di questa casa.

La diciannovesima casa è Axaula, per far perdere sangue a una donna. Quando la Luna percorrerà questa casa, fabbrica un sigillo con l’henc (che è un tipo di bronzo) e incidivi l’immagine di una donna che si tiene una mano sul volto. Suffumigala con benzoino liquido e dì: “Tu, o Annucel, fa scorre-re il sangue della tale donna” e fanne il nome. Accadrà quello che vorrai. Se una donna terrà quest’immagine legata sulle cosce, partorirà facilmente e senza pericolo. Sappi che Annucel è il nome del signore di questa casa.

La ventesima casa è Alnaym, per la caccia. Quando la Luna si troverà in questa casa incidi in una lamina di stagno un’immagine con testa e braccia di uomo, corpo di cavallo, con quattro zampe e coda, con un arco in pugno. La suffumigherai con peli di volpe e dirai: “Tu, o Queyhuc, procurami tutta la cacciagione della terra, fa che venga subito a me”. Portando così que-st’immagine con tè, potrai cacciare con facilità. Sappi che Queyhuc è il nome del signore di questa casa.

La ventunesima casa è Albelda, per distruggere. Quando la Luna attraversa questa casa, plasma l’immagine di un uomo, con due facce, una rivol-ta in avanti e l’altra indietro. La suffumigherai con zolfo e ambra gialla di-cendo: “Tu, o Bectue, rendi deserto il tal luogo e distruggilo”. Riponi quel-l’immagine in una scatola di bronzo, insieme con zolfo, ambra gialla e an-che capelli, quindi sotterrala dove desideri: avverrà quello che hai chiesto. Sappi inoltre che Bectue è il nome del signore di questa casa.

La ventiduesima casa è...

La ventitreesima casa è Zaadebola e serve per distruggere e devastare. Quando la Luna sosterà in quella casa, fabbrica un sigillo di ferro con incisa l’immagine di un gatto dalla testa di cane. Suffumigala con peli di cane di-cendo: “Tu, o Zequebin, rendi deserto il tale luogo, distruggilo e devastalo”. Quando poi questa casa sarà in ascendente, mostra questo sigillo alle stelle e sotterralo nella notte seguente nel luogo che vorrai distruggere. Sarà come volevi. Sappi che Zequebin è il nome del signore di questa casa.

La ventiquattresima casa è Caadazod, per accrescere gli armenti. Quando la Luna vi si troverà, prendi il corno di un ariete castrato, puliscilo e leviga-lo molto bene; poi incidivi la figura di una donna con un figlio tra le braccia come per allattarlo. Suffumigala con i residui della pulitura e della lavora-zione del corno, dicendo: “Tu, o Abrine, cura e guida il tale armento”. Appendi quindi tale immagine al collo di un ariete di quell’armento; se opere-rai per un armento di mucche, usa un como bovino che attaccherai al collo di un toro. Questi armenti aumenteranno e non saranno colpiti da mortalità. Sappi che Abrine è il nome del signore di questa casa.

La venticinquesima casa è Zaadalahbia, per difendere alberi e messi da e-venti dannosi. Quando la Luna si troverà in essa, fabbrica un sigillo in legno di fico, con le figure di un uomo che pianti un fico. Lo suffumigherai con fiori di albero e dirai: “Tu, o Aziel, proteggi le mie messi e i miei alberi perché non subiscano alcun danno o evento dannoso”. Porrai data immagine su di un al-bero nel luogo che vorrai che sia protetto. Finché quell’immagine così prepa-rata resterà lì, nessun danno vi accadrà. Sappi che Aziel è il nome del signore di questa casa.

La ventiseiesima casa è Alfarg primo, per generare amore. Quando la Lu-na sosterà in essa prendi della cera bianca e del mastice e falli sciogliere in-sieme, plasmane poi la figura di una donna con i capelli sciolti, con davanti a sé un vaso, come se volesse acconciarsi i capelli. Falle un suffumigio con sostanze profumate e dì: “Tu, o Tagriel, procurami l’amore e l’amicizia del-la tale donna”. Metti tale immagine in una scatola, insieme con sostanze molto profumate e portala con tè; si avvererà ciò che hai chiesto. E sappi che Tagriel è il nome del signore di questa casa.

La ventisettesima casa è Alfarg secondo, per danneggiare un bagno. Quando la Luna sarà in essa, prendi della terra rossa e plasmane l’immagi-ne di un uomo alato, con un vaso vuoto e bucato tra le mani, nell’atto di portarlo alla sua bocca. Quindi ponilo sul fuoco finché sarà cotto. Dopo un po’ riponi in quel vaso assafetida e benzoino liquido, dicendo: “Tu, o A-bliemel, rovina il tal bagno del tal dei tali” e qui pronuncia il nome che vuoi. Quindi sotterra detta immagine in quel bagno: esso sarà colpito da ta-le sfortuna che nessuno vi si recherà per bagnarsi. Sappi che Abliemel è il nome del signore di questa casa.

La ventottesima casa è Arrexe, per riunire i pesci in un solo luogo. Allorché la Luna si troverà in questa casa, fabbrica un sigillo con l’henc (che è una specie di bronzo) e incidivi l’immagine di un pesce con le lische colora-te e scrivigli sul fianco il nome del signore di questa casa. Suffumigala con pelle di pesce di mare. Dopo un po’ legala con un filo e gettala in acqua dove desideri che i pesci si raccolgano. Tutti i pesci che si trovano nelle vici-nanze si raduneranno lì e potrai catturarne quanti ne vorrai. Sappi inoltre che Anuxi è il nome del signore di questa casa.


Sappi che devi scrivere il nome del signore della casa in tutte le suddette immagini, insieme con le tue richieste. Però devi scrivere sul fronte delle figure tutte le richieste che mirano al bene, a riunire, radunare, generare amicizie e amore, mentre devi scrivere sul retro delle figure tutte le richiesta formulate per disgiungere, separare e generare inimicizie e malevolenze. Devi infine scrivere sul capo tutte le richieste avanzate per conseguire gloria, onore e potenza. E così giunge la fine.



(Tratto dal Gäyat al-hakïm "il fine del saggio" di Maslama al-Magriti Tradotto dal saggio Picatrix)


martedì 29 novembre 2011

A Discepoli e Allievi

Se il discepolo sente gratitudine verso il Maestro, il Maestro, in un certo senso, sente gratitudine verso il proprio discepolo, poiché in lui vede crescere la vita di un nuovo Maestro della Comprensione e dell'Amore; che fiorirà nel remoto avvenire. Seguite il sentiero da voi scelto: esso vi mena verso il Cuore dell'Universo intimo e mentre avanzate lungo questo sentiero, acquisirete una grande forza interiore, le vostre facoltà  si accresceranno sempre più e le parti spirituali ed intellettuali della vostra costituzione, si svilupperanno in modo da schiudere per voi le porte attraverso le quali potrete inoltrare lo sguardo ad ogni nuova ricorrenza, sempre più verso l'interno, verso quel Cuore dell'Universo.
Ogni passo in avanti che farete, aprirà  una nuova visione di possibilità  nello sconfinato ed eternamente cangiante panorama della vita e dell'Universo.
Ciascun passo in avanti significa entrare in una luce maggiore, in confronto con la quale la luce che ora abbandonaste non è che ombra, ma il sacro fiume della Verità, della Luce e dell'Amore splende attraverso ogni velo e quel Lume vive eterno in voi stessi, poichè è il vostro Sè essenziale.
La vostra conoscenza, da semplice umana qual'era, diverrà  conoscenza dell'Universo; la forza che è in voi è una delle pietre spirituali di cui è formato l'Universo sconfinato che è una tela, un tessuto di conoscenza.
Conoscendo voi stessi, conoscerete ogni cosa.
La Via della crescita nonè difficile; viene chiamata "un sentiero ripido e spinoso", però lo è solo per l'uomo inferiore, egoista, ingordo e passionale.
La via dello Spirito è la via della Luce, è la via della pace, è la via della speranza che sarà realizzata dalla vostra volontà .
Incamminatevi fermamente su questa via, seguitela ed arriverete.
Su questo Sentiero, il Discepolo viene sostenuto dall'Amore del suo Maestro, però è necessario (e lo abbiamo detto più volte), che egli faccia da solo ogni passo sul Sentiero della vittoria.
Non può venire trasportato, egli stesso deve fare ogni passo.
Come si suol dire: non si può vedere a meno che non si usi la propria facoltà  visiva. Non si può capire per mezzo della comprensione di un altro.
Voi stessi dovrete risvegliare nella vostra propria anima, la sacra Fiamma, ed è lo stesso per ogni passo che fate nel progresso spirituale ed intellettuale.
Siate audaci nel vostro imparare ma non sfrontati.
Siate coraggiosi nello spingervi innanzi sul Sentiero antico delle età  più remote che conduce al Cuor dell'Universo, ma non siate temerari.
Osate, Vogliate, Sappiate ed Osservate il Silenzio.
Possano essere sempre più rigogliose e profumate le rose dei vostri giardini.

Franco da Roma
Febbraio 286mo E.A.